dalla “Grammatica di Don Gaspare” p. 66
Le tre croci
Senza croce nessuno può passare per questa vita. La scelta si pone fra tre croci: la prima è quella di Cristo; la seconda è quella del buon ladrone; la terza è quella del cattivo ladrone.
Nella prima vi è la gloria: conviene agli innocenti, i quali così assomigliano di più a Cristo.
Nella seconda vi è la consolazione: conviene ai penitenti, che con l’esercizio della pazienza non perdono la rassegnazione e la pace.
Chi non prende su di sé una di queste due dovrà subire necessariamente la terza, quella del cattivo ladrone: il quale ebbe a patire molto di più, ma senza merito; e la sua croce gli servì di scala per discendere nel profondo dell’inferno.
Qui sulla terra la penitenza è breve, leggera, utile. Nell’inferno è lunghissima, enorme, inutile. Chi non vuol pentirsi in questa vita va a pentirsi, inutilmente, nell’altra.
L’anima giusta, una volta entrata nella gloria, come benedirà la penitenza praticata sulla terra: così poco penare, tanto godere! Mentre l’anima condannata maledirà i suoi piaceri, i falsi amici, i peccati commessi. Stolti…, ci siamo saziati nelle vie del male e della perdizione, non abbiamo conosciuto la via del Signore (Sap 5, 4-7). Una di queste due sorti ci deve toccare. Stupidità di chi conosce questo per fede, e non si cura di provvedere bene finché è in vita: nell’eternità il pentimento non vale che ad accrescere la disperazione.
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