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Pasqua: dalla morte alla vita

dalla “Grammatica di Don Gaspare” p. 141



Compiuti nei giorni scorsi i lamenti della penitenza, consumata in questo giorno la nostra giustificazione, celebrata oggi da tutti noi la Pasqua: sentiamo di essere anche noi risorti con Cristo, di camminare lieti nella novità della vita, di affrettarci solleciti con i discepoli a vedere Cristo in Galilea.


Dal timore e dalla contrizione ascendiamo dunque con sicurezza alla fiducia della divina misericordia. Dalla letizia del secolo e dalla consolazione del mondo siamo passati – per la compunzione e per la tristezza che è secondo Dio – in una santa e devota esultanza, in un vivo spirituale gaudio nello Spirito Santo. Ora non ci dà tanto pena il ricordo delle passate colpe, quanto piuttosto ci rallegra e ci infiamma il desiderio dei premi eterni. Felici noi, che viviamo oggi insieme questa esperienza di gioia.


Ma vediamo di spingere innanzi la nostra corsa al Cielo, sino a toccare la meta felice verso la quale siamo incamminati: senza volgere indietro mai, non dico il passo, ma nemmeno lo sguardo a questa misera terra da cui ci siamo così distaccati.


Se siete risorti con Cristo – proclama solennemente S. Paolo - cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio (Col 3, 1-3). (p. 141).

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