dalla “Grammatica di Don Gaspare” p. 185
Le opere di Dio hanno le loro prove: e con queste Dio vuol mostrare che è Lui a reggere e condurre a buon fine le sue opere, facendo ritirare la mano dell’uomo attraverso le difficoltà che permette. Così l’uomo cede umilmente la mano alla Divina Provvidenza: vedendo chiaro che unicamente da essa dipende la loro riuscita e a loro conservazione.
Pertanto quando è notte per noi è giorno per lui, che sa bene quello che deve fare. Noi dobbiamo alzare le mani al cielo, quando non sappiamo dove metterle, né ciò che sia meglio domandare a Dio. Durante le notti alzate le mani verso il tempio (Sal 133, 1-2 Vg): questa è una lezione che Dio insegna a chiunque è nella sua scuola. E la notte si illuminerà come il giorno (Sal 138, 12 Vg). Ecco un’altra lezione che il nostro buon Padre ci ha spiegato sin dal principio, cavando la luce dalle tenebre, e che egli per sua bontà è disposto a spiegarci anche oggi: trasformando il buio in cui lascia le opere nostre nello splendore ammirabile della sua gloria. Pertanto confida nel Signore e fa il bene (Sal 36, 3).
Non perdiamoci d’animo, mai! In Paradiso sarà sempre giorno chiarissimo: là non potremo più perdere di vista il nostro Signore. Ma finché siamo su questa terra, i giorni e le notti si avvicendano. Noi proseguiamo il nostro cammino: anche di notte il Signore fa splendere qualche stella. Che se, in un notte tempestosa, succede che ci si ferma un poco e magari, camminando sulle acque, abbiamo volti gli occhi a mirare un po’ i flutti, questo non vuol dire essere usciti di strada, ma aver trepidato un poco. E il Signore ci rimprovera anche un poco: Uomo di poca fede, perché hai dubitato? (Mt 14, 31); ma al tempo stesso ci sostiene con la sua destra, e noi già ci troviamo in mano a Dio. Sia benedetto dunque il Signore.
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